Il ballo della "Furlana"

Mario Fabbri detto "Carìsi", Rosa Fabbri e Giulia Casadei sono impegnati nel ballo della "Furlana", in occasione dell'iniziativa "Girotondo" (incontri in libertà con artisti, dicitori d'osteria, gruppi spontanei di suonatori e ballerini - domenica 22 maggio 1994, ore 16), organizzata nell'ambito della II edizione de "La Borgata che danza"
Soggetti
Sezione
Definizione culturale
Luogo e data della ripresa
Luogo
Bellaria Igea Marina (RN)
Data
1994/05/22
Occasione
LA BORGATA CHE DANZA II edizione. Festival di strada di musiche della tradizione orale - Bellaria Igea Marina, 21-22 maggio 1994
Dati inventariali
Fondo
Laboratorio di documentazione e ricerca sociale del Comune di Bellaria Igea Marina
Inventario
1363
Dati Tecnici
Colore
BN
Materia
carta
Tecnica
gelatina a sviluppo
Formato
42 x 31 cm
Notizie storico - critiche
Furlana: si tratta di un ballo di origine friulana, molto diffuso nelle aree montane. «Furlana: genere coreutico di grande interesse, perché è il risultato o di un'assimilazione di due diversi archetipi toponimici, o di uno sdoppiamento dello stesso modello. Sono infatti due canzoni a ballo coincidenti come motivo musicale ma dette nell'uno o nell'altro modo a seconda della zona [...]. Morfologicamente si manifestavano o in forme libere e pantomimiche (dai forti caratteri allusivi) o come ballo a struttura chiusa a due o più coppie [...]. Emblematica è la presenza frequente di un fiasco di vino che viene tenuto al centro dello spazio coreutico o portato in equilibrio in testa durante il ballo: nasce con esso un rituale gioco di abilità motoria e di simbologie erotiche, il cui carattere sacrale viene sancito dall'aspersione del vino e dalla bevuta finale [...]. La furlana veniva eseguita da una coppia (talvolta solo da uno o da tre ballerini) nei momenti di maggior vivacità e tensione della festa da persone in genere deputate a rappresentare il ballo in modo spettacolare e buffo, disposte a mimare con mosse e gesti un corteggiamento brioso e osceno. Con tali modalità la furlana sembra essere un residuo di rituali orgiastici di iniziazione e di fecondazione». Gori G., Gala G.M. (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Firenze, Taranta Associazione Culturale, 1994, vol. I p. 10 e vol. II p. 10