Alberghi - Hotel - Locande - Pensioni

Lo sviluppo turistico di Bellaria Igea Marina può essere segmentato in tre cicli storici: il primo, la cosiddetta fase pionieristica, copre l’arco di tempo che va dal 1885 (inaugurazione della linea ferroviaria Rimini-Ravenna e costruzione del primo villino ad opera dell'ing. Giovanni Lugaresi di Cesena), alla prima guerra mondiale. Il secondo concerne il periodo fra le due guerre (inaugurazione della litoranea Rimini - Bellaria, costruzione delle Colonie marine, sviluppo delle prime forme impreditoriali, nascita delle pensioni a gesione familiare, allargamento della domanda ai ceti popolari), il terzo periodo si avvia del miracolo e del boom economico, anni ’50-'60, e vede affermarsi il turismo come forma economica che prevale sulle altre, “monoculturale”. Dal suo sorgere, la domanda turistica e in particolare i modelli di fruizione della vacanza, in profonda evoluzione da un ciclo all’altro, sono i veri protagonisti delle diverse fasi della storia bellariese succedutesi fino ad oggi. In loro funzione, infatti, questa località si è sviluppata una prima volta per poi rimodellarsi quasi completamente a partire dal 1950, senza che progetti pubblici o privati – almeno fino agli anni ’70 – siano intervenuti a guidarne la crescita.
A marcare la distinzione fra un periodo e l'altro non è solo la rivoluzione intervenuta sul mercato della vacanza con l’emergere di nuovi ceti sociali e nuovi bisogni, ma anche il consolidarsi di una cultura dell'ospitalità dei residenti nei confronti dei cosiddetti “Signori”. Da una “passività meravigliata” che si proponeva di raccogliere qualche vantaggio economico dalla presenza dei forestieri, negli anni '20-'30 si passa ad una gestione imprenditoriale del turista che, da secondo dopoguerra, diventa l’oggetto privilegiato di una vera industria.

 “Noi abbiamo una clientela affezionata, una clientela che si tramanda, che si affeziona alla casa, al proprietario, alla pensione, al bagnino, al bar; difatti vanno sempre nello stesso bar, nello stesso bagnino.
La nostra ospitalità tiene; ecco, la mia grande paura è che possa venire a meno, è ciò che io cerco di inculcare ai miei nipotini; il sorriso deve essere spontaneo … sono cose che non costano niente.”
In questa testimonianza dell’albergatore igeano Gino Agostini, raccolta nel 1981, possiamo facilmente rintracciare quei caratteri dinamici distintivi che hanno strutturato nel tempo i particolari modelli di economia turistica di Bellaria Igea Marina. Si tratta di un flusso di azioni e di movimenti che trovano infatti la loro condizione fondamentale nella socialità, nella capacità di “creare contatto”, di alimentare la relazione, di essere mobile con tutti, di sollecitare e manipolare gli altri ed esserlo al tempo stesso dagli altri…
Dai tempi dell’ospitalità dei paesani ad accogliere presso le loro povere abitazioni i primi forestieri, fino ad arrivare agli alberghi, passando dai villini e dalle pensioni familiari, questa polivalenza sociale ha costituito una delle condizioni più essenziali della pratica turistica della Riviera.
Nell’arco di quasi centocinquanta le strutture ricettive di Bellaria Igea Marina, case d'affitto, locande, pensioni, alberghi, hotel, hanno cambiato aspetto più volte con l'evolversi del mercato turistico; la città si è trasformata da un gruppo di casupole in piccoli e poveri borghi di agricoltori e pescatori in una moderna cittadina dotata di una rilevante e variegata struttura ricettiva e ospitale, che comprende oltre 300 alberghi, e circa 800 appartamenti d'affittare.