Giovanni Clelia, memoria naufraga
Registrazione di spettacolo teatrale
«Il progetto che sottopongo alla Vs. attenzione, nasce dal caso, che ha voluto che gli amici Gualtiero Gori e Daniela Dellapasqua mi invitassero a leggere parte del materiale di una ricerca sulla tragedia del G. Clelia. Ascoltando Daniela e Gualtiero raccontarmi la vicenda e i particolari più importanti della ricerca, continuavo ad avere immagini di un potenziale evento spettacolare che traduceva le sensazioni che provavo ascoltando il racconto.
La sera che lessi il materiale non potei fare a meno di rendermi conto di quanta forza poteva avere risvegliare un avvenimento che ha radici così profonde. Raramente la semplice lettura della relazione di una ricerca risveglia e provoca emozioni, come quelle che ha provato il pubblico quella sera.
Questo ha confermato nella mia mente che il risultato di quella ricerca poteva avere uno sviluppo drammaturgico e portare sulla scena la memoria di un evento che ha la forza di una tragedia greca.
Per questo consultandomi con G. Gori ho deciso di presentare questo “progetto di massima”.
L'evento spettacolare è la giusta conclusione di un progetto di ricerca sul territorio com'è quello che porta avanti il laboratorio, perché fa riscoprire alla popolazione mediato dal linguaggio del Teatro, un patrimonio di radici che viene spesso con troppa facilità dimenticato, risveglia una memoria collettiva che unisce gli abitanti di una comunità.
Con questi presupposti il mio progetto ha cominciato a prendere corpo. ho cercato prima di tutto un luogo dove all'evento poteva trovare ospitalità. Non potevo scegliere uno spazio canonico, come un teatro, perché vi è il rischio di raffreddare il potenziale espressivo della ricerca.
In questo caso è il Teatro che deve andare sul luogo della tragedia perché da esso possa ritrovare la sua energia originale. Allora l'acqua, le barche, il porto, solo utilizzando questi elementi chiave nella loro verità possiamo stabilire un rapporto sincero con la comunità che ritrova e riconosce, in uno scenario naturale, un pezzo della sua memoria.
La memoria non deve naufragare, deve essere la nostra scialuppa di salvataggio pronta a soccorrerci ogni qual volta vogliamo ritrovarci, è un patrimonio, è sabbia sulla quale possiamo camminare, con fatica, poco equilibrio, incertezza ma in fondo sicuri che è l'unione di quei piccoli grani che nonostante tutto ci sorregge e ci permette di camminare avanti».
Gianluca Reggiani