“Purazi dòni... péssee!!!”
È il vecchio grido delle donne bellariesi che un tempo, a piedi, con la carriola o in bicicletta, vendevano il pesce in forma ambulante, di strada in strada, percorrendo ogni giorno diverse decine di chilometri.
Nella cassetta e nel sacco di juta, caricati sulla bicicletta, stavano, a seconda delle stagioni, vari tipi di pesce. Era il periodo fra le due guerre, e il pesce nelle campagne si barattava prevalentemente con uova, farina, fagioli e altri generi.
Contrariamente alla donna delle società rurali, i cui ambiti di vita e di attività erano costituite dalla casa e dai campi sotto il costante e vigile sguardo degli uomini i casa, la donna del marinaio si trovava ad affrontare una situazione ben diversa: costretta fuori casa per buona parte della giornata, impegnata nello smercio, con il marito lontano per lunghi periodi di tempo, doveva gestire spazi di autonomia e di responsabilità non indifferenti.
Fino agli anni ’50, a Bellaria Igea Marina nella maggior parte dei casi il pesce era fornito dai rispettivi mariti, proprietari di piccole imbarcazioni. Se, invece, il pescato doveva essere comprato all’ingrosso, le donne di solito si organizzavano in piccoli gruppi: “facevano insieme”, mettevano assieme i soldi per acquistarne diverse qualità, che poi dividevano fra loro per la vendita. Questi gruppi di donne rimanevano uniti anche in altre attività: spesso erano formati da parenti o vicine di casa che si recavano a vendere nella stessa zona, si facevano compagnia quando partivano da casa a notte fonda, dandosi reciproco aiuto e sostegno.
È al ricordo di quelle donne, che con il loro grido svegliavano i bambini e facevano aprire le finestre, che dedichiamo questa storia.
Le fotografie qui visibili provengono da varie collezioni private. Per ulteriori immagini si rimanda anche al progetto "La memoria del mare", che contiene un reportage fotografico dedicato ai mestieri legati al mare a cura di Primarosa Zuffa. Sono visibili anche due video che raccolgono preziose testimonianze dirette, sia delle pescivendole, sia delle clienti che da loro acquistavano il pescato del giorno trasportato con la bicicletta a decine di chilometri di distanza dal mare.